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Il Pomodoro Cesarino
Una golosa rarità umbra che viene dal passato

Un'antica varietà centenaria e autoctona di pomodoro tramandata e salvata da una famiglia di contadini, conservata in un piccolo angolo dell’Umbria e riscoperta dalla passione di giovani imprenditori agricoli e da una Associazione nata per riportarla in produzione e diffonderne la conoscenza.


La storia
Quando la nuova agricoltura degli anni ’60 e ’70, alla ricerca del miglioramento genetico, ha spazzato via dai nostri campi centinaia di varietà di frutti, viti, ortaggi e cereali, la saggezza dei più anziani ha saputo conservare nel territorio tuderte una ricchezza di biodiversità che è sopravvissuta ai nuovi dettami. La biodiversità si protegge infatti anche salvando i semi delle vecchie varietà, obiettivo primario del prezioso lavoro dei cosiddetti “salvasemi” (seed savers), che in Italia hanno una rete già operativa. Nessun'altra pianta come il pomodoro riceve una così alta considerazione da parte degli appassionati di antiche varietà. Nel nostro Paese, è senza dubbio un ingrediente irrinunciabile per la cucina e una presenza costante in ogni orto familiare che si rispetti.
Negli ultimi anni, grazie ad una ritrovata sensibilità, abbiamo dunque assistito ad un periodo di grande ri-scoperta di varietà che si credevano perdute. Uno dei casi più recenti ed emblematici è quello del Pomodoro “De Cesare” o “Cesarino”, fino a pochi anni fa dimenticato in un fazzoletto di terra di Madonna del Piano, nel Comune di Monte Castello di Vibio, uno dei borghi più belli della campagna umbra.
Questa golosa rarità prende il nome dal signor Cesare, un agricoltore che ha perpetuato per decenni la sua coltivazione, conservandone la memoria storica. In base alla sua testimonianza, il Cesarino risulta coltivato senza interruzione da quasi 90 anni, senza nessuna selezione e senza che sia stato mischiato con altro seme. Cesare infatti ne ha memoria fin da quando aveva 7 anni; all'epoca, abitava con la famiglia nel Podere Cerasa nel Comune di San Venanzo. Circa 50 anni fa si trasferì nella sua attuale residenza a Madonna del Piano (frazione del Comune di Monte Castello di Vibio) portando con sé alcuni semi che si tramandavano da generazioni, svolgendo così, quasi inconsapevolmente, il ruolo di tutore di una preziosa tradizione.

Qualche anno fa, Matteo Ciucci, un giovane agricoltore particolarmente attento alla coltivazione biologica, ha ricevuto alcuni semi con cui ha avviato una sua produzione. Matteo è stato il primo a credere nelle caratteristiche di questo pomodoro. Avendo intuito, dai racconti di Cesare, di trovarsi di fronte ad una piccola rarità, ha chiesto la collaborazione dell’Università di Agraria che ha effettuato i primi esami sul pomodoro nel Parco Tecnologico di Pantalla. Grazie a questi test, è stato così scoperto che si tratta una varietà unica, risalente ad un tempo immemorabile, e che ha saputo adattarsi, stagione dopo stagione, al clima e alle caratteristiche del territorio di Monte Castello di Vibio.
Da allora, la coltivazione si è estesa ad altri piccoli agricoltori della zona che hanno dato vita ad una associazione denominata “Associazione Pomodoro De Cesare”, nata con lo scopo di promuovere, attraverso seminari, degustazioni ed altre iniziative, la conoscenza di questo raro, anzi unico pomodoro che nel 2019 è stato iscritto nel Registro Regionale delle varietà locali e per il quale è stata richiesta l’iscrizione all’anagrafe nazionale. Un'importante operazione culturale ed economica che gode del sostegno dell’Amministrazione comunale. Dopo le prime iniziative a carattere locale, il Pomodoro Cesarino si prepara dunque al grande salto, con una ribalta nazionale che potrebbe decretarne l’auspicato decollo come prodotto tipico ambasciatore del suo territorio.


Caratteristiche e coltivazione
Rustico, tenace, di colore rosso intenso, con un contenuto di carotenoidi fino al doppio dei suoi simili come il datterino o ciliegino, il Pomodoro Cesarino è di forma tondeggiante e arrotondata e misura in media 2,95 cm di lunghezza e 3,14 cm di diametro.
Il pomodoro è molto apprezzato perché resiste bene alla siccità e alle malattie fungine, non ha bisogno di molta acqua e possiede una buccia tale da resistere all’attacco degli insetti.
Il Cesarino si semina con la luna calante di marzo. La coltivazione si effettua con la semina diretta in campo, in maniera tradizionale (a dimora e diradamento) oppure in plateau. Se trapiantato, va pacciamato ed irrigato a goccia nelle prime fasi per permettergli di superare lo stress di trapianto a cui non è particolarmente abituato. Per l’irrigazione dopo la semina, si effettuano interventi di soccorso solo in casi di siccità estrema. L’allegagione e la maturazione sono solitamente omogenee.
La pianta genera fiori scalarmente e fruttifica fino a fine Settembre/inizi Ottobre, a seconda dell’andamento stagionale. La raccolta viene effettuata manualmente in campo. Al momento della realizzazione della conserva, i semi che si liberano quando si effettua la spremitura vengono raccolti per la risemina dell'anno successivo.

Uso in cucina
Il pomodoro è molto succoso, per cui particolarmente adatto alla conservazione con la preparazione della classica passata o ideale consumato fresco. Sono in fase di sperimentazione anche preparazioni diverse, come la marmellata di pomodori verdi o il pomodoro essiccato a bassa temperatura.


SCHEDA UFFICIALE
Famiglia: Solanaceae Juss.
Genere: Solanum
Specie: S. lycopersicum L.
Nome comune della varietà (come generalmente noto): Pomodoro Cesarino
Significato del nome comune della varietà: il nome riprende e rende omaggio all'agricoltore (Cesare) che ha mantenuto nel tempo questa varietà.
Sinonimi accertati: Pomodoro de Cesare
Luogo di conservazione ex situ: Banca del germoplasma regionale di semi di specie erbacee, S. Andrea D’Agliano (Perugia).

 

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