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La fortuna della Pala Baglioni di Raffaello nelle copie perugine
Mostra 3 Ottobre 2020/10 Gennaio 2021

Nell'ambito delle iniziative per le celebrazioni del V Centenario dalla morte di Raffaello Sanzio, a Perugia presso la Galleria Nazionale dell'Umbria, dal 3 Ottobre 2020 al 10 Gennaio 2021, verrà allestita la mostra La fortuna della Pala Baglioni di Raffaello attraverso le sue copie, in cui verrà analizzata la fortuna dell'opera e approfondita l'analisi delle sue riproduzioni.

La rassegna documenta la presenza e la forte influenza del maestro urbinate a Perugia - dove lasciò numerosi capolavori come la Pala Ansidei ora alla National Gallery di Londra e la Madonna Connestabile custodita all’Ermitage di San Pietroburgo - attraverso l’esposizione di sette copie perugine della Deposizione Baglioni, dipinta nel 1507 per l’altare di famiglia nella chiesa di San Francesco al Prato e fatta rubare da Scipione Borghese nel 1608.
L’opera, oggi custodita alla Galleria Borghese di Roma, conobbe già una prima replica importante per la chiesa di Sant'Agostino ad opera di Domenico Alfani, amico e sodale di Raffaello, e di suo figlio Orazio nel 1554, quindi più di mezzo secolo prima del colpo di mano che privò Perugia di una delle sue opere più celebri, gettando i cittadini nello sgomento.
Scipione Borghese cercò di riparare il torto commesso spedendo per l’altare Baglioni una copia, tradizionalmente riferita al Cavalier d’Arpino e oggi conservata in Galleria, mentre Sassoferrato realizzò una replica per San Pietro e numerosi pittori rimasti anonimi ne fecero altre per chiese e palazzi.
La sequenza giunge fino agli inizi del XVIII secolo, a riprova di quanto l’immagine fosse rimasta sempre viva nel senso civico, religioso ed estetico dei perugini.

La storia
La sottrazione della Deposizione di Raffaello dalla chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, avvenuta nella notte tra il 17 e il 18 marzo 1608, rischiò di provocare una rivolta cittadina e creò un clima ditensione destinato a durare qualche mese. Se dobbiamo credere a quanto afferma Cesare Alessi negli Elogia illustrium virorum augustae Perusiae, l’erudito Cesare Crispolti - che si interessò subito della faccenda inviando una lettera accorata al mandante del furto, il cardinale Scipione Borghese - dopo pochi giorni morì addirittura di crepacuore! Com’è noto la tavola di Raffaello, collocata nella cappella di San Matteo nel 1507 su commissione di Atalanta Baglioni, venne trafugata con la servile complicità dei frati su ordine del porporato romano che doveva essersene invaghito durante gli anni trascorsi allo Studio di Perugia, dove si era addottorato in diritto. Nell’arco di pochi giorni la ruberia fu ufficialmente ricondotta a donazione spontanea e già il 9 Aprile un motu proprio di papa Paolo V, zio materno di Scipione, ratificò la ‘legittimità’ del passaggio dell’opera nelle mani del cardinale. Dalle fonti del tempo si ricava la certezza di una notevole fortuna del dipinto di Raffaello nei decenni precedenti e di una particolare venerazione che i perugini riservavano alla tavola, più che per ogni altra opera di Raffaello conservata in città (e al tempo erano numerose). Fortuna che è testimoniata dalle copie, una di mano del vecchio amico di Raffaello Domenico Alfani, eseguita per Sant'Agostino a Perugia nel 1554 assieme al figlio Orazio, un’altra - forse precedente - incisa su una patena. La maggior parte delle copie è naturalmente databile dopo la sottrazione, a partire da quella attribuita al Cavalier d’Arpino (ma sulla cui paternità è necessario riflettere) spedita a Perugia nel 1609 da Scipione Borghese come risarcimento. Da allora pittori di modesta o eccelsa (Sassoferrato) qualità si sono alternati nell’impresa di restituire, al naturale o inscala ridotta, la celeberrima deposizione raffaellesca per committenti pubblici e privati di Perugia e del territorio, perseverando nella memoria del capolavoro perduto.
Tre dipinti e la patena sono oggi conservati alla Galleria Nazionale dell’Umbria che, nell’anno delle celebrazioni per il cinquecentesimo anniversario della morte di Raffaello, ha deciso di consacrare alla fortuna della Deposizione e alle sue copie una mostra e una campagna di studi che approfondisca l’argomento e consenta alcune necessarie puntualizzazioni.

Dove:
Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria (Corso Vannucci, 19).

Orari di apertura: 
da martedì a domenica, 8.30-19.30; lunedì 12.00-19.30 fino al 3 novembre (ultimo ingresso ore 18.30); dopo il 3 novembre lunedì chiuso.

Biglietti: 
intero € 8,00; ridotto € 2,00 per 18-25 anni; Gratuito (per le singole categorie consultare il sito www.gallerianazionaledellumbria.it/visita); Card annuale della Galleria Nazionale dell’Umbria.

Per maggiori informazioni: 
Tel 075.58668436
gan-umb@beniculturali.it; gnu@sistemamuseo.it

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