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Statua della Madonna di Loreto - Chiesa della Buona Morte - Cannara

La comunità di Cannara custodisce una storica statua della Madonna di Loreto in legno di pioppo, che appartenne da ultimo a don Vincenzo Murri, storico insigne della Santa Casa, da questi donata al cannarese don Pasquale Modestini. All’atto della consegna, il 2 luglio 1826, che fu solennizzata dalla presenza del vescovo di Nocera Umbra, mons. Luigi Piervissani, del vescovo di Foligno, mons. Stanislao Luchesi, del vescovo di Lidda, mons. Francesco Pichi, fu letto un “Processo verbale” scritto da don Raffaele Sinibaldi, canonico della basilica cattedrale di Loreto e mediatore del prezioso dono. In esso si accenna alle origini tardo-medievali del simulacro, poiché sarebbe appartenuto alla nobile famiglia Lusignani di Cipro, della quale l’ultima erede legittima, la regina Carlotta, attorno al 1460 l’avrebbe portata con sé nel suo esilio a Loreto. E' certo che un Pietro Lusignani, oriundo di Cipro, canonico della basilica di Loreto dal 1731 al 1758, ne era proprietario prima che, per un insieme di vicende, tale statua pervenisse nelle mani del Murri.

Circondata da un alone di sacralità, anche perché aveva sostituito “per qualche tempo” - si legge nel “Processo verbale” - l’originale in Santa Casa quando questo venne trafugato da Napoleone, Cannara le riservò una grandiosa accoglienza durante tre giorni di solenni festeggiamenti, al termine dei quali venne accolta in una piccola chiesa dedicata alla Vergine Lauretana, che lo stesso don Modestini aveva fatto appositamente costruire con le stesse misure della Santa Casa. 



Foto 1) Simulacro con dalmatica nella Chiesa della Buona Morte
Foto 2) Simulacro senza dalmatica

Fonti Testo e foto: Mario Scaloni / Ottaviano Turrioni

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